Manifesto

Inizia La PartitA, laboratorio politico e sociale

La Partita 01/01/2022; Nell’augurarvi un anno di gioia e lotta, sotto le buone stelle della rivoluzione cubana e della rivolta zapatista, diamo il nostro primo calcio alla grossa crisi.

“Calcio e politica attirano disaffezione, ma c’è crisi su tutti i campi” (Zdenek Zeman)

La partita è già iniziata e non vogliamo esserne spettatrici e spettatori sugli spalti.

La partita è la faglia che il terremoto della crisi pandemica ha aperto nel “realismo neoliberista”, ossia quella concezione del mondo in base a cui ci hanno spiegato per anni che non c’era alternativa alla privatizzazione della sanità e dei servizi pubblici, alla precarizzazione del lavoro, alla criminalizzazione della povertà e alla reclusione del diverso, al ricatto del debito pubblico e dello spread.

Margaret Thatcher diceva “Non c’è alternativa”, Mario Draghi usava la metafora del “pilota automatico” per dire che viviamo in “democrazie” a sovranità limitata. E, alla fine, in Italia è stato chiamato proprio il Megadirettoregalattico della Banca centrale europea, il pilota automatico in persona a garantire che il PNRR sia usato per una nuova ristrutturazione capitalista, per finanziare la competitività delle aziende (private), e sia fatto pagare come debito (pubblico) alle presenti e future generazioni. A garantire che il treno dell’economia non si fermi. Ma il pilota automatico, e con esso il suo creatore, può e deve essere disinserito. E bisogna farlo prima che il PNRR divenga strumento ulteriore per un uso capitalistico della pandemia.

La pandemia ha aperto una crepa nel cielo di carta del realismo neoliberista e squadernato la sua falsità; ha scandito un prima e un dopo e insieme accelerato il tempo della storia che viviamo. Ora è tempo di riprenderci tutto quello che è nostro. È tempo di giocare la partita, prima che la faglia si richiuda e mentre il terreno ci scorre veloce sotto i piedi. Prima che l’arbitro (venduto) fischi tre volte. Non ci saranno tempi di recupero.

La PartitA è un #laboratorio politico e sociale, aperto a compagne e compagni che sentano l’urgenza di ritrovare gioia, efficacia e utilità sociale nella politica; di condividere la rabbia che ci assale ogni giorno – quando leggiamo di morti di lavoro, salari da fame, femminicidi, lager per migranti, violenza nelle carceri – e trasformarla in forza politica collettiva e multiforme.

La PartitA è un collettivo #femminista. Non basta più la critica femminista alla forma partito, la lotta al maschilismo quotidiano presente anche in chi dice di volerlo combattere. Vogliamo praticare creatività femminista nell’organizzazione, nel conflitto, nell’immaginazione di nuove forme e pratiche politiche. Agiamo il conflitto da un posizionamento intersezionale: dominio di sesso, classe, razza sono inscindibili nella realtà. Come ci insegna Angela Davis, carcere, discriminazione e violenza del capitale si combattono insieme.

La PartitA è un collettivo radicalmente #ambientalista: giustizia ambientale non è soltanto portare gli shopper al supermercato o differenziare i propri rifiuti. Significa aggredire i profitti delle grandi multinazionali dei combustibili fossili, significa lasciare petrolio e gas nel terreno e non bruciare le scorte esistenti, significa risarcire e non certo penalizzare i paesi e i continenti che il nostro occidente industrializzato ha sfruttato e colonizzato, iniziando a produrre emissioni oltre due secoli fa.

SIAMO ciò che diventeremo nelle lotte, nelle pratiche sociali, nelle campagne politiche, nelle conoscenze e nelle autocoscienze che metteremo in comune. Lavoriamo a costruire convergenze e unità delle lotte delle classi popolari native e migranti.

SIAMO molecola nelle trasformazioni accelerate e molecolari che viviamo. Giochiamo la partita nella squadra di chi lotta per l’autodeterminazione di tutte e tutti, per la giustizia sociale e ambientale, per il salario minimo e il reddito di autodeterminazione, per il diritto a una vita degna per tutte e tutti.

SIAMO contro la macchina mostruosa del sistema carcerario. Questione di classe e questione meridionale, sfruttamento del lavoro e negazione del diritto alla salute, incarcerazione delle persone migranti e controllo. Il #carcere è da sempre il grande rimosso della società ed è un luogo di intersezione fra le forme di dominio contro cui ci battiamo. L’inaccessibilità dei luoghi di detenzione alla società civile lascia la popolazione detenuta completamente in balia agli apparati penitenziari; e i tragici eventi degli ultimi anni, da Stefano Cucchi ai 14 detenuti morti del marzo 2020, ne sono la drammatica testimonianza. Le torture fisiche e psicologiche, la mancanza di cure, affetti e dignità sono il pane quotidiano per decine di migliaia di persone nel silenzio dei più.

AMEDEO NAZZARI è morto. E anche la forma-partito, la sinistra politica, le unità tra gruppi dirigenti non stanno troppo bene. Non esistono formule elettorali che ci salveranno.

VIVIAMO una rivoluzione digitale e antropologica, un cambiamento epocale delle forme di #comunicazione, di formazione del senso comune e delle coscienze, dell’organizzazione politica. Vogliamo uscire dalle casalinghitudini sempre connesse e trasformarle in “casematte”, luoghi dove giocare la partita. Ogni giorno depositiamo su piattaforme proprietarie conoscenze, emozioni, passione politica. Proviamo a ragionare su come ribaltare il “gap computazionale”, stare nella rete come terreno di lotta e strumento di nuova connessione, comunicazione e organizzazione politica. Pratichiamo autoformazione.

VOGLIAMO una #scuola in cui si impari a trasgredire. Le controriforme aziendaliste e i tagli costituenti degli ultimi anni hanno devastato la scuola, l’università e la ricerca pubblica. Fissare un numero massimo di alunne/i per classe, investire in assunzioni e edilizia scolastica sono precondizioni per restituire alla scuola ciò che le è stato tolto negli ultimi trent’anni. Non fermare il treno dell’economia è la logica alla base delle politiche del Governo sulla pandemia: produci, consuma, crepa. Questo treno va fermato per difendere la salute di tutte e tutti.

“Forse le rivoluzioni sono il ricorso al freno d’emergenza da parte del genere umano in viaggio su questo treno” (Walter Benjamin)

Vogliamo tamponi molecolari e FFP2 gratuite. Vogliamo che siano tolti i brevetti privati sui vaccini. Come ci insegna Massimo Troisi, la salute è la prima cosa. Come ci insegnano le compagne e i compagni della GKN: #INSORGIAMO

“Il principio della militanza gioiosa richiede che il nostro modo di fare politica sia liberatorio, in grado cioè di cambiare la nostra vita in modo positivo, di farci crescere, di darci gioia, se così non è c’è qualcosa di sbagliato” (Silvia Federici)

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